venerdì 17 gennaio 2014

Orange Curd alla Cannella

La ben più nota lemon curd interpretata da noi diventa all'arancia e leggermente speziata alla cannella. 

Ingredienti per un paio di vasetti:
3 uova
120 g zucchero bianco
80 ml di spremuta d'arancia 
(filtratela per togliere tutti i residui di polpa)
56 g di burro
4 g di scorza (non la parte bianca) d'arancia non trattata tritata finissima
1/2 cucchiaino di cannella in polvere

In una ciotola di metallo mettere le uova, lo zucchero mescolato alla cannella, la scorza e il succo di arancia. Amalgamare bene con le fruste elettriche.
Mettere sul fuoco un pentolino sufficientemente grande da supportare la ciotola; metteteci l'acqua e accendete il fuoco a fiamma bassissima.

Cuocete a bagnomaria la crema girando in continuazione con la frusta fino a quando non si sarà addensata abbastanza; non troppo poiché raffreddandosi si solidifica ulteriormente.
Togliete dal fuoco e unite il burro a temperatura ambiente. Mentre si raffredda non dimenticate di mescolarla di tanto in tanto per evitare che si formi una patina in superficie. Potete gustarla così com'è oppure farcire delle torte di frolla o dei biscotti.
Provatela sui Paprenjak!
In frigo dura più o meno una settimana, mentre nei vasetti di vetro (sterilizzati e fatti bollire come fareste per conservare la marmellata) circa un mese.






mercoledì 15 gennaio 2014

Biscotti alle Olive verdi e Ricotta salata al forno


Questi biscottini salati sono ottimi come aperitivo o come snack, sono facili da preparare e la scelta degli ingredienti vi lascia molta libertà: pomodori secchi, erbe aromatiche, altri tipi di formaggi, semi di sesamo zucca o papavero... sbizzarritevi! (qui un'altra nostra ricetta di biscotti salati)

Ingredienti per circa 60 biscotti
250 g di farina 00
150 g di burro
150 g di ricotta salata
80 g di olive verdi
pepe bianco
un pizzico di sale (la ricotta stagionata solitamente è già molto saporita)

Tagliate le olive a pezzettini molto piccoli (se preferite potete usare il mixer ma facendo attenzione a non ridurle in poltiglia). Grattugiate la ricotta e mettetela nel mixer insieme alla farina, al burro a pezzettini, al sale e al pepe; tritate brevemente fino a ottenere un composto uniforme.
Trasferitelo sul piano di lavoro e impastate fino a ottenere una palla di pasta che stenderete col mattarello a uno spessore di circa 5mm sopra un foglio di carta da forno. Coprite con la pellicola e riponete in frigo per circa 45 minuti. Ricavate con un tagliabiscotti tanti biscottini che infornerete a 180° per circa mezzora; fateli raffreddare bene prima di servire.


lunedì 13 gennaio 2014

Crema di Mascarpone al Mapo con Frutti di Bosco


Trascorri dicembre totalmente ottenebrato dalla nausea del Natale che quando arriva sei già stufo; poi le vacanze finiscono, torni al lavoro e ti manca l'atmosfera che ti ha circondato ma che non ti ha coinvolto. Abbiamo peccato di inesperienza (sic!).
In questo bellissimo libro che ci hanno regalato a Natale abbiamo trovato la ricetta per cucinare  la classica crema di mascarpone preparata con un po' di liquore (noi ne abbiamo usato uno a base di mapo) e abbinata ai frutti di bosco per una presentazione che fa sempre una gran scena.

Ingredienti per 12 coppette di crema
500 g di mascarpone
6 uova
260 g di zucchero bianco
1 limone non trattato
4 cucchiai  più mezzo bicchiere di liquore al mapo (o di limoncello)
600 g di frutti di bosco misti (more lamponi e mirtilli)
1 cucchiaio di zucchero
2 cucchiai di acqua
12 rametti di ribes

In una terrina grande sbattete con le fruste elettriche i tuorli con lo zucchero fino a quando non saranno diventati spumosi. Aggiungete il mascarpone, la scorza di limone tritata molto fine e il liquore mescolando bene. Montate a neve fermissima gli albumi e uniteli alla crema amalgamandoli con una spatola di plastica o un cucchiaio di legno per evitare che si smontino. Versate la crema nelle coppette e mettete in frigo a rassodare.
Mettete metà dei frutti di bosco, il cucchiaio di zucchero e l'acqua in una pentola antiaderente e accendete il fuoco. Usate un cucchiaio di legno per mescolare e quando i frutti inizieranno a diventare poltiglia, sfumate con il mezzo bicchiere di liquore. Fate cuocere ancora per un paio di minuti. Lasciate la marmellata piuttosto liquida. Una volta fredda distribuitela sulle coppette di crema e decorate coi frutti di bosco. Se volete prima di servire, spolverate con lo zucchero a velo.

martedì 24 dicembre 2013

La Cucina di Natale: Mini-sbrisolone con i nostri migliori auguri

Mini Sbrisolone

Quest'anno i nostri cari troveranno sotto l'albero un sacchettino con queste mini-sbrisolone. Sono fatte seguendo la ricetta tradizionale che utilizza la farina di mais fine che trovate in commercio col nome di fioretto, tipo quella per la polenta ma un po' meno granulosa. Serve per dare al palato la sensazione di 'ruvidezza' che caratterizza questo dolce tipico mantovano.
Per dare la forma a cuore abbiamo utilizzato degli stampini monouso in alluminio come questi ma potete usare anche gli stampi da forno normali purché siano imburrati e infarinati.

Ingredienti per 10/12 mini-sbrisolone
250g di farina 00
150g di farina di mais fine (fioretto)
195g di burro freddo a pezzettini
150g di mandorle senza pelle
200g di zucchero
la buccia grattugiata di un limone non trattato
una bustina di vanillina
2 tuorli
mandorle con la pelle q.b. per decorare

Tritare non troppo finemente le mandorle pelate; in una terrina mettere le due farine, le mandorle tritate, il burro, la scorza, la vanillina, i tuorli, lo zucchero. Lavorare tutti gli ingredienti velocemente, in modo che l'impasto abbia un aspetto granuloso. Distribuire l'impasto sbriciolandolo sul fondo segli stampini senza compattarlo. Decorare con le mandorle con la buccia. Cuocere in forno fermo a 180° gradi per 35/40 minuti circa, fino a quando non si saranno scurite. Lasciare raffreddare bene e staccare dagli stampini. Sono buonissime da mordere lì per lì oppure a fine pasto accompagnate da vini liquorosi come fareste coi cantucci.  
E con queste delizie vi auguriamo di passare un bellissimo Natale a sfondarvi di cibo, esattamente come faremo noi!!!

lunedì 23 dicembre 2013

La Cucina di Natale: Biscotti Paprenjak

I Paprenjak sono biscotti croati che sanno proprio di Natale: si fanno con chiodi di garofano, noce moscata, cannella, pepe e noci; dopo un po' che sono nel forno, in casa si diffonde un profumo meraviglioso, provare per credere. Fate questi, invece del solito gingerbread!
Li abbiamo conosciuti grazie alla nostra vacanza croata; gli originali sono realizzati con appositi stampini di legno con parti concave dalle forme più diverse. Non avendo nulla di simile, abbiamo usato un normalissimo tagliabiscotti. 
Partendo da questa ricetta abbiamo cambiato solo le dosi di cannella e pepe, e qualcosa nel procedimento. Ecco come si fanno:

Ingredienti per 45 biscotti (con un tagliabiscotti 5x5 cm + un tagliabiscotti più piccolo di qualsiasi forma)
450g di farina 00
180g burro freddo a pezzettini
150g noci
3 tuorli
1 uovo intero
2 cucchiai di miele
1 cucchiaino e mezzo di cannella in polvere
1 cucchiaino di chiodi di garofano
1 cucchiaino di noce moscata
una punta di cucchiaino di pepe bianco

Tritare finemente le noci e i chiodi di garofano nel tritatutto con qualche cucchiaio di zucchero. Mescolare quindi tutti gli ingredienti secchi (farina, zucchero rimasto, noci, spezie) in una terrina capiente. Unire il burro a pezzettini e lavorate con la punta delle dita fino a ottenere un composto sabbioso. A questo punto aggiungere le uova e il miele, mescolare velocemente e trasferire tutto sulla spianatoia. Lavorare l'impasto fino a che risulterà compatto e trasferirlo in frigo per massimo un'ora.
Stendere la pasta alta circa 5 mm e ritagliare la base quadrata finché c'è spazio. Adagiare i futuri biscotti su una teglia rivestita di carta forno. Rimettere insieme i ritagli e stendere la pasta più sottile, massimo 3 mm; ricavare il mini biscotto da mettere sopra i quadrati di impasto.
Quando il forno ha raggiunto i 180°, infornare per circa 20/25 minuti, controllando che i Paprenjak risultino dorati. Lasciate raffreddare e servite. Con la cioccolata sono buonissimi!


lunedì 16 dicembre 2013

Buone nuove per gli amanti della birra artigianale: il Birrificio La Ribalta

Birrificio La Ribalta

Sabato 7 dicembre, ospiti della Pazzeria di Milano, abbiamo assaggiato le birre prodotte dal Birrificio La Ribalta, nato da poco e con idee ambiziose da realizzare.
Le birre attualmente sono prodotte in collaborazione con Giustospirito, birrificio nato nel 2010 a Reggio Emilia, ma presto La Ribalta avrà la sua sede a Milano.
Riccardo Berenato, uno dei fondatori insieme a Cosimo De Monticelli e Marco Longhi (tutti sotto i trent'anni), ci ha dedicato un po' del suo tempo e ha risposto alle nostre domande:

Com'è nato il birrificio La Ribalta?
Si può dire che il birrificio la Ribalta è nato quasi per caso, quando, una sera di circa tre anni fa, uno degli attuali tre soci ci invitò a casa sua a bere una birra da lui prodotta. Allora eravamo soltanto appassionati degustatori e certo non ci saremo mai immaginati che da li a qualche anno saremmo diventati addirittura produttori!
Da quel giorno è infatti iniziato un lungo, travagliato ma entusiasmante percorso che ci ha portato, ad oggi, a poter annunciare l’apertura del nuovo birrificio milanese.
Qual'è stato il vostro percorso professionale per diventare birrai?
Da quella fatidica sera abbiamo iniziato, per pura passione (l’idea di farne una professione era ancora molto remota), ma con frequenza, a produrre birra, prima in casa e con attrezzatura a dir poco rudimentale, poi in un piccolo laboratorio di fortuna con un impiantino semiprofessionale. Tutta esperienza, questa, utilissima, ma che sarebbe stata indubbiamente incompleta senza il vero salto professionalizzante che è stato il corso all’ Università VLB diBerlino. Qui è iniziato il vero passaggio da un approccio di tipo casalingo a uno di tipo professionale e scientifico, completato da numerosi seminari svolti prevalentemente in Germania.
Come selezionate e da dove provengono le vostre materie prime?
Essendo un’attività artigianale tutte le materie prime sono accuratamente selezionate e di prima qualità. I malti li importiamo prevalentemente dalla rinomata azienda tedesca Weyermann; i luppoli provengono da varie parti del mondo, dalla Gran Bretagna, agli USA, alla Nuova Zelanda; i lieviti sono prodotti nei laboratori Fermentis.
Quante birre producete attualmente e quali sono le loro caratteristiche?
Attualmente stiamo commercializzando solo due birre, una Pale Ale e una Belgian Tripel. Nel nostro locale avremo, a regime, otto birre alla spina e due o tre alle pompe. Tra queste ci saranno birre per tutti i palati, da quelle più classiche a quelle più particolari, alcune stagionali, altre da invecchiamento, come la nostra Barley Wine, altre ancora più peculiarmente italiane, come la birra alle castagne o una birra con mosto di vino che stiamo
sperimentando proprio in questi giorni.
Cosa avete in programma nel futuro prossimo?
Se tutto va bene a settembre 2014 apriremo finalmente il nostro birrificio a Milano, in via Cevedale 5, zona Bovisa. Ad oggi stiamo producendo presso gli impianti del birrificio Giustospirito di Reggio Emilia, con i quali è nata una bellissima collaborazione che probabilmente durerà anche dopo che ci saremo trasferiti nei locali di Milano, oggi in fase di ristrutturazione. L’edificio che ci ospiterà è un vecchio fabbricato industriale (un ex ribalta per camion, appunto) che stiamo completamente riqualificando all’insegna della bioedilizia e dell’ecosostenibilità. La struttura sarà interamente in legno con ampie vetrate che lasceranno intravedere, dal grande cortile interno, gli impianti di produzione. La nostra idea è un birrificio aperto, trasparente, che sappia diffondere l’arte della birra artigianale e non solo... Non mancheranno i concerti di musica dal vivo e altri eventi stimolanti. Insomma, un fermento sia brassicolo sia culturale!

Molta carne al fuoco per questi tre ragazzi; parlare con Riccardo non lascia dubbi: hanno messo la passione alla base di tutto. Non ci resta che aspettare settembre e chi lo sa, magari riusciremo a vedere in anteprima la sede di Milano. Vi terremo aggiornati.
Intanto andate alla Pazzeria in piazzale Giovanni Dalle Bande Nere 2 a Milano e chiedete di assaggiare le birre La Ribalta/Giustospirito (la nostra preferita è la Pale Ale inglese in luppoli americani ma ci dicono che la più apprezzata è la Belgian Strong Ale; c'è anche la Pale Ale inglese... a voi la scelta); poi seguiteli sulla loro pagina FB www.facebook.com/birrificiolaribalta per sapere tutte le novità sui risultati delle sperimentazioni in corso.

lunedì 2 dicembre 2013

Due paste madre nel nostro frigo: come ci sono finite


Sabato 22 novembre, in occasione di Bookcity Milano 2013, siamo andati ad un incontro con Lisa Casali di Ecocucina.org, conduttrice, insieme a Federico Bernocchi, di Orto e Mezzo, su laeffetv. Per presentare il suo ultimo libro, Autoproduzione in cucina, ci ha spiegato come si fa il kefir e la maionese vegetale e ci ha regalato un po' della sua preziosa pasta madre. Abbiamo poi continuato il nostro giro per i Chiostri di San Barnaba tra i produttori di Poposgusto, manifestazione ideata da Radio Popolare che si svolge il secondo e il quarto sabato di ogni mese, per promuovere la filiera corta. Siamo andati a salutare Margherita e Alessandro (ormai siamo i loro groupies) del Caseificio Damiano; quando, tutti trionfanti, abbiamo annunciato che anche noi finalmente avevamo della pasta madre, Alessandro l'ha sottoposta subito all'esame di Massimo del Panificio Grazioli di Legnano che per tutta risposta ci ha regalato un po' della sua. 
Tornati a casa, su consiglio di Massimo, abbiamo rinfrescato il lievito madre di Lisa seguendo le indicazioni del suo libro, e da una settimana convivono pacificamente nel nostro frigorifero. Il rinfresco va effettuato ogni settimana per tenerle vive, cioè per far sì che mantengano il potere lievitante.
Ed eccoci qui, da zero a due in un solo giorno.

Cosa abbiamo capito della pasta madre

1 Che che va di moda, e molto, e pure da un bel po'. Esistono dei fondamentalisti della pasta madre!

2 Che se non ti fai la tua sei un blogger di serie B, e anche più scarso.

3 Che i panifici più accorti ci tengono molto a farti sapere che il loro pane lo fanno con la pasta madre. Leggi: come una volta.

 

Comunque, se volete qualche info in più sulla portata del fenomeno culturale del quale stiamo parlando e sul come farvi la vostra pasta madre, perdete due minuti e leggete qui: http://www.dissapore.com/grande-notizia/come-fare-la-pasta-madre-ricette/

Chiariamo subito: per noi al momento é soltanto un esperimento, a tratti anche una sfida. Insomma, si tratta di evitare che qualcosa muoia... Chi lo sa, magari un giorno ci affezioneremo, la chiameremo per nome e non potremo separarcene più... sempre che sopravviva alla nostra maldestra attitudine culinaria, povera malcapitata pasta madre.
Abbiamo anche pensato che se ce la dovessimo fare potrebbe essere il regalo di Natale che ci risolve tutti i problemi: vuoi mettere quanto è figo presentarsi a casa della zia con un po' di pasta madre?

[pasta madre o lievito naturale, lievito acido, pasta acida, lievito madre, pasta crescente: sono la stessa cosa]

..........

Una settimana dopo, il pane fatto seguendo la ricetta di Lisa Casali, con la sua pasta madre rinfrescata la sera prima:



Ingredienti: farina 0, pasta madre, acqua, sale, miele.
Il miele che abbiamo usato è molto aromatico (millefiori con prevalenza castagno), che ha conferito al pane un gusto particolare. La seconda lievitazione dopo la prima lavorazione è stata più lunga rispetto a quanto consigliato, la pasta è molto lievitata e il pane sotto la crosta è soffice. La maggior parte è finita in freezer, un pezzo lasciato per il giorno dopo e conservato in un sacchetto di carta; ha perso un po' di freschezza. Siamo positivi: le paste madri sono ancora vive e vegete!

venerdì 29 novembre 2013

MILANO Cose [in un certo senso agli antipodi] da fare nel weekend


Stamattina sfogliando l'inserto di un quotidiano, la nostra attenzione è stata catturata da due finestrelle foto+testo una accanto all'altra che invitavano a due manifestazioni, entrambe in svolgimento a Milano, tra loro molto lontane nell'immagine e nello spirito. 
Questo accostamento ci ha colpito. Della serie cose estreme da fare nel weekend: passare da un centro sociale a uno dei negozi più famosi di Milano con il cibo come filo conduttore.

Ecco di cosa parliamo:  

LA TERRA TREMA - AGRICOLTURA E LE SUE SORELLE

29, 30 Novembre e 1° Dicembre 2013 al LEONCAVALLO via Antoine Watteau 7

Dal comunicato stampa:

LA TERRA TREMA accoglie agricoltori e agricoltura, vini e vignaioli di qualità, contadini resistenti provenienti da tutta Italia, per dar vita a tre giorni di degustazioni individuali e guidate; dibattiti e confronti pubblici; incontri informali con i produttori;
acquisti diretti; concerti, proiezioni, cene a filiera diretta.
LA TERRA TREMA porta nel cuore di Milano le mille storie di agricolture partigiane e ribelli; le storie di rivolta di chi abita territori assediati da cemento, capannoni, infrastrutture devastanti calate dall’alto;
le elaborazioni, condivise e partecipate, delle politiche che, ai suddetti territori, guardano, perché lì stanno nascendo/nasceranno comunità nuove, consapevoli, aperte.
Per questo motivo ci sta a cuore di precisare anche quest’anno che: LA TERRA TREMA è una manifestazione dedicata all’agricoltura di qualità, quella che in Italia quotidianamente si batte per tutelare suolo, socialità, cultura, sapori. Prima di una condivisione sostanziale o programmatica di definizioni ideali a proposito di vini naturali, certificazioni bio/biodinamiche/integrate, prima dei marchi di qualità o di tutela – prima di tutto questo – LA TERRA TREMA chiede una convinta condivisione sulle pratiche di resistenza che essa stessa attiva.
In particolar modo adesso, alle soglie di un’Expo2015 nauseabonda, contraddittoria, esito controverso di un capitalismo finanziario che sta devastando ogni cosa. Agricoltori, vignaioli, spazi occupati, pratiche di resistenza territoriali: in questo meraviglioso e multiforme  incontro è racchiusa la forza, la necessità stessa de LA TERRA TREMA.
Per questo continuiamo a costruire ogni anno LA TERRA TREMA solo sulle nostre forze, per questo ci lavoriamo in autogestione, senza sponsor, senza patrocini e sovvenzioni, tenendoci ben lontani da retoriche monocordi che non ci assomigliano e proprio non ci piacciono: quella che riduce a brand la Resistenza partigiana per ragioni di mercato alla Farinetti in Eataly o quella del buono, pulito e giusto di Petrini e Slow Food, fossilizzata su aggettivi fuori dal tempo  e dal mondo perché non è più epoca, tutto ci è stato tolto, tutto dobbiamo conquistare; puliti non siamo, siamo pregni di contaminazione e meticciato; non ci piacciono i teoremi e gli accanimenti repressivi nei confronti di chi difende  il proprio territorio e immagina  un altro modello di sviluppo lontano dall’idea monolitica del profitto, della speculazione, del consumo di territorio, della devastazione ambientale, naturale e sociale (in Val di Susa come ad Abbiategrasso e Milano).

CHRISTMAS FOOD VILLAGE

29, 30 Novembre e 1° Dicembre 2013 da CARGO via privata Antonio Meucci, 39

Dal comunicato stampa:







Un Natale di food entertainement aspetta tutti gli appassionati di cucina dal 29 novembre al 1° dicembre al Christmas Food Village.
In attesa della Milano Food Week 2014, che invaderà Milano dal 16 al 24 maggio 2014, Food Tank, team promotore della manifestazione, ha preparato per tutti i food lovers un villaggio natalizio dedicato alla cultura gastronomica italiana. La prima edizione di un appuntamento che da quest’anno accompagnerà i fan della Milano Food Week tutti gli anni a Natale.
Un weekend lungo, ricco di appuntamenti, di esibizioni ai fornelli, di degustazioni e di incontri per conoscere i grandi chef, i blogger più amati del web e i personaggi food della TV, per impararne i trucchi, incontrarsi, condividere e soprattutto divertirsi.Tre giorni per prepararsi al momento più goloso dell’anno: il Natale!
Il Christmas Food Village quest’anno sarà allestito all’interno di Cargo, lo spazio polifunzionale di 11.000 mq nato nell’ex fabbrica Ovomaltina, allestito per l’occasione in pieno stile natalizio.
L’ingresso sarà gratuito per tutti e tre i giorni, alcuni eventi a numero chiuso saranno prenotabili attraverso il sito www.christmasfoodvillage.com per dare la possibilità a chiunque lo desideri di prepararsi nel migliore dei modi allo spirito natalizio.
All’interno di Cargo troveranno spazio due cucine speciali, totalmente allestite grazie al supporto di  Tupperware Italia; la prima sarà dedicata agli chef più celebri, alcuni stellati, come Claudio Sadler, Tommaso Arrigoni ed Eros Picco, Fabio Baldassare, Marco Sacco, Aurora Mazzucchelli, Diego Rossi, Daniel Canzian, Luciano Monosilio e ancora Beniamino Nespor e Eugenio Roncoroni, Misha Sukyas, Massimo Moroni, Domenico Della Salandra, Gianni Tota, Stefania Corrado, Andrea Alfieri oltre ad alcuni tra i volti televisivi più noti come Maurizio e Andrea da Masterchef; la seconda cucina, invece, sarà dedicata al mondo del web dove tanti blogger noti al grande pubblico sveleranno i loro segreti culinari.
Speciali workshop, dedicati all’arte e al bon ton della tavola, con il maestro Alberto Presutti, che presenterà anche il suo libro “Bentornato Galateo”, saranno occasioni imperdibili per prepararsi alle feste, ideare speciali allestimenti per la tavola e conoscere tutte le buone maniere, che non passano mai di moda.
Al Christmas Food Village saranno organizzate anche numerose presentazioni di libri di cucina: sul palco Gianluca Biscalchin, Mariagrazia Picchi, Claudia Biondini, Alberto Presutti, Sandra Salerno, Milly Callegari, Massimo Morino, Andrea Bevilacqua e Roberto Maurizio.
Il Christmas Food Village è un’ottima occasione per conoscere e approfondire novità e tradizioni del mondo del food, in un’atmosfera unica, aspettando il Natale.
 

martedì 26 novembre 2013

Risotto Puntarelle e Salsiccia

Risotto Puntarelle e Salsiccia

Non avevamo mai assaggiato le puntarelle prima di domenica. Le nostre mamme non le usano, forse perché non vengono contemplate dalla tradizione culinaria lombarda. Acquistiamo regolarmente la catalogna essendo uno degli alimenti preferiti dai nostri conigli, ma non la catalogna asparago (Cicoria di catalogna frastagliata di Gaeta). Sabato al mercato abbiamo trovato solo quella e dopo aver visto un paio di video su come prepararle, abbiamo scelto di provarle nel risotto. Le puntarelle non sono altro che i germogli della catalogna: sono teneri e di colore verde chiaro e si sviluppano al centro della pianta, protetti dalle lunghe foglie esterne (che possono essere usate anch'esse in cucina!).

Ingredienti per 4 persone
per le puntarelle:
300g di puntarelle (pesate già pulite e tagliate)
uno spicchio d'aglio
olio evo
per il risotto:
400g di salsiccia di maiale
mezza cipolla bianca
100ml di vino bianco
9 pugni di riso per risotti
5 cucchiai di parmigiano grattugiato
almeno un litro di brodo vegetale
pepe nero 
(sale)

Puntarelle
Le puntarelle lavate e pronte per essere preparate

Preparare le puntarelle è lungo e noioso, per cui armatevi di tanta pazienza, oppure, se lo trovate, compratevi un tagliapuntarelle. Vanno divise una ad una dal centro della pianta, eliminando la parte finale, più bianca e dura; poi vanno tagliate a metà per la lunghezza e infine a listarelle molto sottili. Man mano che le affettate  buttatele in una terrina piena di acqua fredda di modo che perdano un po' del loro sapore amaro (non è obbligatorio, dipende da quanto siete abituati all'amaro delle verdure).

Puntarelle tagliate a listarelle
Puntarelle sottili sottili a mollo
A lavoro ultimato, scolatele e cuocetele in padella a fuoco lento con un po' d'olio extra vergine; fatele appassire ma lasciatele comunque croccanti. Tagliate la cipolla a pezzettini molto piccoli e soffriggetela con olio nella pentola dove cucinerete il risotto. Quando sarà diventata trasparente, unite la salsiccia privata del budello e tagliata a tocchettini; fatela rosolare bene. Ora aggiungete il riso e usando il cucchiaio di legno amalgamate bene con il soffritto; fate tostare il riso per almeno due minuti, poi sfumate col vino bianco sempre continuando a girare. Quando il vino si sarà assorbito quasi completamente, iniziate ad aggiungere, pochissimo alla volta, il brodo molto caldo. Continuate a mescolare e aggiungete brodo ogni volta che sarà necessario. A metà cottura unite le puntarelle. Assaggiate e valutate se è il caso di metterci del sale; se il brodo vegetale è abbastanza saporito, non vi servirà. Quando il riso è cotto, togliete dal fuoco e mantecate col parmigiano. Potete metterne quanto volete ma state attenti a non coprire il sapore di puntarelle e salsiccia. Un po' di pepe ed è pronto per essere portato in tavola!

sabato 23 novembre 2013

#StayOpen: a Milano in un loft di 1000 mq nasce una libreria decisamente all'avanguardia


C'era un sacco di gente all'inaugurazione, mercoledì 20, di Open | More than books e se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, i fondatori hanno proprio avuto l'idea giusta. Un open space al primo piano arredato da Lago con grandi divani, librerie e un tavolone lunghissimo di legno che ti invita a prendere posto; sopra la testa, lampade colorate a illuminare le tue letture e l'ambiente circostante: un ambiente accogliente, come vorresti che fosse il posto da dedicare ai tuoi interessi. I libri sono divisi per tipologia, ampia e interessante la sezione dedicata alla cucina, davanti alla quale abbiamo stazionato per la maggior parte del tempo.
Ma ciò che differenzia Open da tutte le altre librerie è prima di tutto lo sguardo al futuro; infatti dopo la registrazione gratuita potrete richiedere un tablet per consultare e leggere gli e-book selezionati dallo staff e i principali quotidiani nazionali; e se il tablet l'avete già, il wi-fi è gratuito.

Inoltre è possibile affittare, anche solo per un giorno, una scrivania nello spazio dedicato al coworking, pensato anche per ospitare riunioni di lavoro e corsi (che possono tenersi anche nella cucina di Open). Va da sé che non poteva mancare un angolo dedicato al gusto, gestito dal fast gourmet milanese Ottimomassimo (per l'inaugurazione, oltre a prosecco e vino rosso, degli assaggi monoporzione davvero niente male).
Ma c'è un'altra cosa che vogliamo dirvi su Open: avete mai sentito parlare di crowdfunding? Bene, i fondatori stanno utilizzando Eppela per finanziare il loro ambizioso progetto. Date un occhio a cosa avrete in cambio se vorrete sostenerli:  http://www.eppela.com/ita/projects/556/stay-open
Soldi ben spesi, non vi pare?
Open via Monte Nero 6, Milano - aperti 7 giorni su 7, dalle 10,00 alle 22,00

Cos'altro dire, noi ovviamente ci siamo comprati un libro di ricette fresco fresco di stampa che si intitola Papaveri e Pistacchi, e propone ricette con semi e germogli 'per una cucina gustosa e naturale' dice il sottotitolo. L'introduzione è interessante: parte daii molto discussi brevetti di sementi resistenti ai parassiti ma che generano piante sterili alla perdita di specie antiche a favore di coltivazioni intensive. Ci è piaciuta molto la parte dedicata ai germogli che spiega come coltivarli in casa; il resto lo fanno le belle foto e le ricette dai procedimenti brevi ma chiari. Lo consigliamo!
Papaveri e Pistacchi di Maia Beltrame e Giacomo Notarbartolo, foto di Giandomenico Frassi, DeAgostini, 16,00 €

giovedì 14 novembre 2013

Moroccan Orange Cake - Ricetta di Samanta


Buongiorno a tutti, questa ricetta arriva dalla nostra amica Samanta (che rigraziamo! Grazie Samy!!!): è una torta deliziosa con ingredienti di stagione che non vi deluderà. E' semplice e veloce da preparare ed è ottima per le vostre merende invernali. 

Ingredienti:
225g mandorle in polvere
225g burro a temperatura ambiente
3 uova
225g zucchero semolato
60g farina
la scorza grattugiata di un arancio non trattato
il succo di un arancio
1 cucchiaio da tavola di essenza di arancio
1 cucchiaino di lievito
50g mandorle affettate
un paio di cucchiai di zucchero per decorare

Con le fruste elettriche lavorate a crema il burro con le mandorle in polvere e lo zucchero. Unite le uova uno alla volta continuando a mescolare con le fruste. Quando il composto sarà omogeneo, unite il succo, la scorza e l'essenza di arancio. A questo punto, aggiungete molto delicatamente e poco alla volta la farina ed il lievito setacciati. Versate in una teglia imburrata e infarinata dal diametro di 20 cm abbastanza alta, decorate la superficie con le mandorle a fette e spolverizzare con un po' di zucchero. Mettete nel forno già caldo (160 gradi) e cuocete per circa 50 minuti.

Potete servirla da sola o, meglio, con il tipico the alla menta del Nord Africa.

lunedì 11 novembre 2013

Dal nostro giardino: tisana con malva, verbena, achillea e limoncina


Quello che sta finendo, è stato il primo anno di vita vera del nostro giardino: lo abbiamo seminato a trifoglio nano (per i nostri conigli) e trapiantato piante aromatiche tenute nella nostra mini-serra durante l'inverno precedente. Ma la natura ha fatto crescere nel nostro giardino anche altre ospiti, solitamente definite erbacce, e che per questo di solito vengono estirpate senza tanti convenevoli.
Siamo diventati esperti nel riconoscerle grazie ai nostri conviventi a quattro zampe, ghiotti delle erbe di prato; tra quelle nate dai semi portati dal vento, achillea, verbena e malva sono state appese a testa in giù a essiccare nella nostra cameretta per un bel po'; insieme alla limoncina (che invece è una pianta di origine cilena le cui foglie hanno un buonissimo sentore di limone) sono le componenti della nostra prima tisana home made, produzione un po' scarsa a dir la verità, però ci è venuta bene. Potete sostituire la limoncina con menta, che nella bella stagione cresce spontaneamente un po' dappertutto.


Le proprietà delle erbe:
Malva: antinfiammatoria, espettorante;
Verbena: drenante, antinfiammatoria, tonica, tranquillante;
Achillea: antinfiammatoria, aiuta nei casi di disturbi digestivi;
Limoncina (o Erba Luigia): digestiva, blandamente sedativa.

Niente male per un piccolo giardino come il nostro! Inoltre, guardandoci un po' in giro, abbiamo scoperto che tisane come queste vengono vendute a prezzi esorbitanti... son soddisfazioni!




venerdì 10 maggio 2013

Stinco di Maiale alla Birra Fumé

Ma chissenefrega se lo stinco è un piatto invernale! Non stiamo forse ancora aspettando l'arrivo della primavera?!
Lo stinco è trasversale, fa tanto Oktoberfest, pranzo della domenica, gita in montagna... E poi, conoscete qualcuno che se ne sia cibato in solitudine? Noi NO! O almeno, nessuno che abbia avuto il coraggio di ammetterlo. Come se non bastasse, lo stinco arrosto è anche meglio riscaldato il giorno dopo.

Ingredienti per quattro persone
4 stinchi di maiale
2 Birre Fumè da 50 cl
erbe aromatiche fresche ( rosmarino, timo, salvia, alloro, mirto)
una cipolla
2 scalogni
sale grosso
olio evo.

In una pentola grande dal fondo spesso, fate rosolate nell'olio le erbe aromatiche con la cipolla e lo scalogno affettati.
Aggiungete gli stinchi e fateli rosolare bene a fuoco vivace su tutti i lati, sfumate con la birra, salate e abbassate la fiamma. Coprite con il coperchio. Girate gli stinchi di tanto in tanto facendo ridurre quasi completamente la birra. Verificate la cottura infilzando uno stinco con la forchetta: se non rilascia acqua è pronto. Alzate la fiamma e fateli rosolare prima di toglierli dal fuoco. Serviranno circa due ore, a seconda della dimensione degli stinchi. Accompagnate con un contorno di verdure cotte, tipo le classiche patate al forno.

La Birra Fumé che abbiamo usato in questa ricetta è molto particolare: ha un sapore molto deciso che non può che abbinarsi benissimo alla carne. Qui il link al birrificio artigianale che la produce:
La Mia Birra - Premana (SO)
www.lmbbirradivalsassina.it

giovedì 11 aprile 2013

Biscotti alla Frutta disidratata

Non fatevi trovare impreparati per l'ora del the!

Ingredienti per una sessantina di biscotti
300 g di frutta mista disidratata
(noi abbiamo usato: 100 g di albicocche, 100 g di mirtilli rossi, 35 g di uvette, 35 g di zenzero candito, 30 g di papaya o mango)
500 g di farina 0
220 g di burro
2 uova
60 g di zucchero di canna
190 g di zucchero bianco

Il procedimento è sempre lo stesso: dopo aver tenuto in ammollo le uvette per qualche ora, impastate velocemente tutti gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo. Ricavate dall'impasto delle palline della dimensione di una noce e poggiatele sulla leccarda foderata di carta forno. Scaldate il forno a 180° e quando è caldo infornate i biscotti, per 20/25 minuti.
Lasciate raffreddare bene prima di servire. Nella biscottiera rimarranno anche per una settimana senza che il sapore ne risenta. Molto nutrienti, ideali anche a colazione.

In commercio esistono diversi mix di frutta già pronti tipo quello ai frutti rossi con fragole, amarene e mirtilli: in questo caso ricordatevi di usate meno zucchero!

Ricetta apparsa su:



sabato 6 aprile 2013

Insalata con Tacchino grigliato e Cipollotti marinati

Bruno adora la cipolla. Quel tipo di cipolla il cui sapore ti schiaffeggia senza pietà e ti lascia tramortito con la fiatella che non mente. E che ti accompagna per le successive 6/8 ore.
Però con davanti un pomeriggio di lavoro (e quindi di rapporti interpersonali) da affrontare non me la sono sentita di eccedere e così, dovendo trovare un compromesso, come condimento ho usato una marinata di cipollotti che ha dato a una normale insalata qualcosa in più, ma senza disturbare troppo.
(La marinata va preparata il giorno prima).

Ingredienti per 2 persone:
2 bistecche di tacchino
100g di rucoletta
2 carote medie
3 patate
per la marinata:
5 cipollotti non troppo grandi
2 cucchiai di aceto bianco
1 cucchiaino di zucchero
Olio, a sufficienza per condire tutta l'insalata
Abbondante pepe nero macinato fine
Sale qb

Cominciate dunque dalla marinata, lavando bene i cipollotti e affettandoli non troppo fini; in una terrina mettete tutti gli ingredienti per il condimento e mescolate bene; tenete tutto in frigo fino al momento dell'utilizzo, girando spesso.

Il giorno dopo, preparate l'insalata: bollite le patate e una volta fredde tagliatele a fette; lavate e asciugate bene la rucola, affettate le carote a rondelle fini; grigliate il tacchino facendolo colorire da entrambi i lati; lasciate intiepidire e sfilacciatelo con le mani.
Mettete tutti gli ingredienti in una terrina e condite con la marinata; aggiustate con sale e pepe se necessario.

mercoledì 6 febbraio 2013

Pasta Integrale al Pesto di Pistacchi e Ricotta salata

I più fortunati hanno un parente lontano che ogni tanto manda ai congiunti di città alcune prelibatezze o 'generi di conforto' fatti in casa: nel nostro caso il nostro benefattore, o meglio, benefattrice, si chiama zia Virginia e ci ha fatto pervenire directly from Sicily una ricotta salata stagionata da urlo.
L'abbiamo usata in questo pesto: prepararlo è davvero semplicissimo. Il sapore è molto deciso, la ricotta sa il fatto suo,  quindi non vi occorrerà altro condimento se non l'olio per tenere uniti tutti gli ingredienti.
Durante una delle nostre uscite, alla Drogheria Plinio, un posto davvero molto carino dove si può pasteggiare in tutte le accezioni milanesi del termine e comprare prodotti alimentari, abbiamo preso le Penne rigate integrali Alce Nero che ci stanno davvero a pennello.

Per 6 persone:
500 g di pasta corta integrale
70 g pistacchi al naturale
90 g ricotta salata stagionata in scaglie
2 cucchiai di parmigiano grattugiato (facoltativo)
8 cucchiai di olio extra vergine
Pepe q.b.
Per decorare: granella di pistacchi e riccioli di ricotta

Mettere i formaggi, i pistacchi e l'olio nel frullatore; sminuzzate più o meno grossolanamente, come più vi piace. Pepate.
Cuocete la pasta al dente e conditela col pesto, girando bene. Se dovesse risultare troppo secco aggiungete altro olio, poco alla volta. Decorate il piatto con la granella di pistacchi e la ricotta a riccioli (per ottenerli aiutatevi con un pelapatate).

martedì 17 luglio 2012

Torta Schöppenstedt

Sopravvalutarsi non è mai una bella cosa, in nessun ambito. Ma quando ti cimenti nella realizzazione di una torta di alta pasticceria pensando di potercela fare nei tempi stimati dallo chef, Adolf Andersen nello specifico, l'epic fail è inevitabile. Base di pastafrolla, anima di pan di Spagna, due creme diverse (veloci, per carità) e rifinitura; nel mezzo, qualche errore di traduzione da interpretare e l'autostima che vacilla. Ce la faranno i nostri eroi?
Era un po' che sfogliavamo il libro Specialità di Pasticceria indecisi su quale ricetta buttarci; alla fine abbiamo scelto questa perché c'era solo un ingrediente mai sentito prima: il nougat, che qui non è il torrone ma una crema da spalmare tipo Nutella ma con più nocciole (che per altro non siamo riusciti a reperire e quindi è stato sostituito in modo assolutamente arbitrario e con pessimi risultati dal cioccolato gianduja). Per tutto il resto ci siamo attenuti scrupolosamente alla ricetta, che prevede l'utilizzo dell'amido di frumento che per la cronaca ha ucciso senza troppo garbo il piacere di veder nascere, rimestata dopo rimestata, la crema.
Questo è il risultato finale:


Per la pasta frolla:
90 g di farina
1 tuorlo d'uovo
30 g di zucchero vanigliato
1 pizzico di sale
60 g di burro
1 bustina di vanillina

Per la crema alla vaniglia:
300 ml di latte
2 tuorli d'uovo
40 g di zucchero
18 g di amido di frumento
1 pizzico di sale
1/2 stecca di vaniglia

Per Pan si Spagna Schöppenstedt:
4 tuorli d'uovo
4 albumi
110 g di zucchero
40 g di farina
40 g di amido di frumento
50 g di mandorle macinate
30 g di cacao in polvere
1 cucchiaino di cannella
100 g di pasta di marzapane
2 pizzichi di sale

Per la crema di cioccolato:
300 ml di latte
1 tuorlo d'uovo
40 g di zucchero
2 cucchiai di cacao in polvere
20 g di amido di frumento
1 pizzico di sale

Per la crema Schöppenstedt:
2 cucchiai di latte
350 ml di panna da montare
50 g di nougat di nocciole (spassionatamente consigliamo la Nutella)
3 fogli di colla di pesce

Da spalmare:
50 g di cioccolato al latte 

Se dopo aver letto la lunga lista di ingredienti non vi siete ancora persi d'animo, iniziate preparando il Pan di Spagna Schöppenstedt: setacciate la farina, l'amido, il cacao e le mandorle. In un'altra terrina, unite al marzapane i tuorli, il sale e la cannella mescolando bene. Montate a neve gli albumi con lo zucchero. Amalgamate un quarto degli albumi con il marzapane, incorporate il resto aiutandovi con una spatola. Unite per ultimi gli ingredienti secchi preparati in precedenza. Infornate a 160° in uno stampo a cerniera del diametro di 24 cm per 30 minuti. Sfornate e fate raffreddare bene prima di ricavarne tre dischi tagliandolo in orizzontale.

Preparate la pasta frolla impastando rapidamente tutti gli ingredienti. Fate riposare in frigo per un'oretta e poi stendete la pasta rotonda 24 cm. Utilizzate lo stesso tampo a cerniera del Pan di Spagna. Infornate 180° per circa 10 minuti o fino a quando i bordi non saranno coloriti. Fate raffreddare bene.

Per la crema di cioccolato, far bollire 250 ml di latte con lo zucchero ed il sale. Lavorate i tuorli, il latte, l'amido ed il cacao con le fruste. Lontano dal fuoco, versate il tutto nel latte e mescolate bene. La crema sarà pronta in pochissimo.

Preparate la crema alla vaniglia mettendo in un pentolino 250 ml di latte, lo zucchero, il sale e la stecca di vaniglia aperta longitudinalmente e portando ad ebollizione. Lasciate in infusione per un po', fino a che non sarà tiepido; se volete, grattate l'interno della stecca di vaniglia e aggiungetelo al latte. Mescolate bene i tuorli con l'amido e il resto del latte e aggiungere al latte tiepido. Rimettete sul fuoco e continuate a girare fino a che la crema non sarà densa.

Iniziate a comporre la torta mettendo sul fondo dello stampo a cerniera la pasta frolla. Poi, fate fondere il cioccolato a bagnomaria e spalmatelo sulla base. Coprite con una delle tre fette di Pan di Spagna; versate la crema alla vaniglia ancora calda, aspettate qualche minuto e poi coprite con il secondo strato. Versate la crema al cioccolato e coprite con l'ultimo disco. Mettete a riposare in frigo.

Per finire preparate la crema Schöppenstedt sciogliendo la Nutella a bagnomaria e aggiungendo la colla di pesce precedentemente ammorbidita in acqua fredda. Mescolate bene. Montate la panna e unitela delicatamente alla crema ormai fredda. Stendete sulla torta e rimettete in frigo per un paio d'ore. Decoratela con scaglie di cioccolato prima di servire.




sabato 30 giugno 2012

Involtini con Luganega di Monza


Ottorina Perna Bozzi: questo il nome di colei che ci ha fatto scoprire la differenza tra le normali salsicce che si comprano al super e la vera Luganega di Monza.
E' l'autrice di un libro intitolato Vecchia Brianza in Cucina, che possediamo nell'edizione del 1975, pieno di ricette tradizionali, alcune un po' ambigue (tipo il ghiro arrosto). Tra queste la Luganega spunta un po' ovunque, must della cucina brianzola di qualche decennio fa.

Lettura interessante dobbiamo dire: è palese la distanza siderale tra la cucina di una volta, quando l'imperativo era nutrirsi, e quella a volte un po' troppo scenografica dei nostri chef. Ci riferiamo anche all'abuso del termine 'impiattare'.

Tornando alla Luganega, abbiamo scoperto che i macellai ormai la preparano solo su richiesta e la ricetta originale, secondo la nostra nuova Bibbia dei fornelli, ha molto meno grasso e una piccola percentuale di grana grattugiato che la rende, oltre che più chiara rispetto alle altre salsicce, anche più leggera. Infine, per amalgamare il tutto, si usa il vino bianco al posto di acqua o brodo.
Le sue origini non sono per nulla certe: Lugano, Lucca o la Lucania, non si capisce bene. Ma oggi qui in Brianza di Luganega ce n'è una sola e noi l'abbiamo messa in questi involtini.

Ingredienti per 4 persone
8 fette di lonza di maiale piuttosto grandi
8/10 foglie di spinacio
8 fette sottili di speck
800 g di Luganega di Monza
semi di sesamo a volontà per la panatura
stuzzicadenti

Battete la lonza col batticarne se necessario.
Scottate per pochi secondi le foglie di spinacio in acqua bollente salata e stendetene una sopra ogni fetta di carne.
Fate lo stesso con lo speck.
Infine tagliate a pezzi sufficientemente lunghi la luganega e posizionatela al centro di ciascuna fetta.
Arrotolate con cura la carne attorno alla luganega e fermate l'esterno con uno stuzzicadenti (trapassarli da parte a parte non sarà sufficiente).
Stendete sul fondo di un piatto grande i semi di sesamo e rigirateci per bene gli involtini in modo che la superficie ne sia completamente ricoperta.
In una grossa pentola antiaderente fate rosolare gli involtini 5 minuti per lato con poco olio.
Toglieteli dal fuoco e adagiateli in una pirofila di plexi.
Infornate nel forno già caldo (160°) per circa 30/35 minuti.
Serviteli caldi accompagnati da verdura fresca o su un letto di insalata verde.

Se siamo riusciti a farvi venire l'acquolina e vi state domandando dove diavolo la potete trovare, vi diamo il link dell'unico posto che conosciamo che l'ha sempre pronta. Macelleria storica della Brianza, fanno anche dei ravioli ripieni di Luganega eccezionali semplicemente saltati in padella con burro e salvia.

Mini Market Delle Carni Viganò
Via Achille Grandi, 56
20843 Verano Brianza (MB)
tel. 0362 903839
minimarketdellecarni@libero.it
info@luganegadimonza.it

per saperne di più: www.luganegadimonza.it 

Ricetta apparsa su:


 http://honestcooking.it/involtini-con-luganega-di-monza/

giovedì 28 giugno 2012

Tiramisù - Ricetta impeccabile della mamma

Siamo dei puristi del Tiramisù e quindi lo prepariamo solo ed esclusivamente coi savoiardi. La ricetta è stata pescata da quelle della mamma (scritte su fogli a righe ormai consunti e macchiati, reduci dai mille utilizzi) ed è quindi tecnicamente e sentimentalmente inattaccabile. Usate solo ingredienti freschissimi!!

Per una pirofila 30x20 circa
500 g di mascarpone
4 tuorli + 4 albumi
Un bicchierino di rum o cognac (facoltativo)
Il caffè di una caffettiera da 3
3/4 cucchiaini di zucchero
Una confezione di savoiardi
4 cucchiai di zucchero
Cacao amaro in polvere

Sbattete per almeno 10 minuti i tuorli con lo zucchero fino a ottenere una crema spumosa.
Aggiungete il mascarpone e il rum e mescolate bene.
Montate a neve gli albumi e aggiungeteli alla crema mescolando delicatamente con un cucchiaio di legno dal basso verso l'alto.
Preparate il caffè e metteteci 3/4 cucchiaini di zucchero. Fatelo raffreddare in una bacinella dai bordi piuttosto alti.
Passate uno alla volta molto velocemente i savoiardi nel caffè e posizionateli nella pirofila. Terminate il primo strato (circa 12 biscotti) e stendeteci sopra la crema di mascarpone. Ricominciate con i savoiardi e alternate fino a riempire tutta la pirofila.
Mettere in frigo per qualche ora. Prima di servire spolverare con abbondante cacao amaro in polvere.

Non resiste molto in frigo, la crema di mascarpone e uova si rovina facilmente, per cui consumatelo nel giro di 2/3 giorni non di più!

martedì 12 giugno 2012

Torta Sacher

Next level: la torta Sacher. Devi imparare a tagliare la torta in orizzontale (dritta), a farcirla per bene e a glassarla... Un po' più arduo del solito. La ricetta è praticamente perfetta, seguitela passo-passo e dovrete solo metterci un po' di manualità. Non vi scoraggiate se la prima volta il risultato non è quello che vi aspettavate! Ci vuole solo un po' di allenamento.

Ingredienti per una torta dal diametro di 24cm
150 g di farina 00
160 g di zucchero
150 g di cioccolato fondente
150 g di burro
2 cucchiai colmi di cacao amaro in polvere
5 uova
marmellata di albicocche q.b. per farcire
per la glassa: 100 g di cioccolato fondente, 75 g di zucchero, 1/2 bicchiere d'acqua

Sciogliete il cioccolato a bagnomaria; tagliate a pezzetti il burro a temperatura ambiente e lavoratelo bene a crema con metà dello zucchero. Aggiungete un cucchiaio alla volta il cioccolato fuso e sempre uno alla volta i tuorli d'uovo. Montate a neve soda gli albumi con lo zucchero rimasto e setacciate la farina con il cacao in polvere. A questo punto unite gli albumi all'impasto alternandoli alla farina+cacao in modo da mantenerlo sempre morbido. Attenzione: dovete, come sempre quando avete a che fare con gli albumi montati a neve, mescolare molto delicatamente con un cucchiaio di legno dal basso verso l'alto. Versate nello stampo imburrato ed infarinato e fate cuocere per circa 45 minuti a 180° (prova dello stecchino per sicurezza).
Sfornate e fate raffreddare bene. Potrebbe essere necessario tagliare la parte superiore per livellare la torta: tenete da parte gli avanzi per la decorazione. Tagliatela a metà in orizzontale. Farcite con abbondante marmellata di albicocche; spennellate la superficie con poca marmellata diluita con un paio di cucchiai di acqua tiepida.
Preparate la copertura: sciogliete lo zucchero sul fuoco in mezzo bicchiere d'acqua. Fate intiepidire e poi aggiungete il cioccolato tritato; mescolate bene fino a farlo sciogliere completamente.
Rimettete sul fuoco e fate ridurre la glassa. Sarà pronta quando facendo cadere una goccia in poca acqua fredda, questa si solidificherà immediatamente.
Togliete dal fuoco e continuate a mescolare fino a quando non sarà tiepida.
Mettete il dolce su una gratella prima di iniziare così sarà più semplice sollevarlo quando avrete finito. Spalmate la glassa in modo uniformeme aiutandovi con una spatola. Sbriciolate gli avanzi e spolverizzateli sulla torta. Fate indurire bene la copertura prima di servire la vostra deliziosa Sacher.

lunedì 21 maggio 2012

Cookies

Un consiglio. Per i biscotti lasciate perdere le ricette che prevedono di lavorare il burro a crema: saranno ottimi, ma dal secondo giorno in poi.
Detto questo, ecco la ricetta dei nostri cookies con gocce di cioccolato, perfezionata partendo da una con troppo zucchero e troppo cioccolato per i nostri gusti e (orrore) il burro lavorato a crema.

Ingredienti per 32 biscotti
210 g farina bianca 00
140 g di zucchero di canna
115 g burro freddo
1 bustina di vanillina
1 uovo
1 cucchiaino di lievito
150 g di gocce di cioccolato fondente
una presa di sale

Setacciate tutti gli ingredienti secchi in una terrina capiente, aggiungete il burro a tocchetti e infine l'uovo. Mescolate bene l'impasto fino a renderlo granuloso e poi trasferitelo sul piano di lavoro. Lavoratelo velocemente fino a che non sarà omogeneo. Con le mani staccate circa 20 g di pasta e create delle palline. Ponetele ben distanziate in una teglia rivestita con carta forno e schiacciatele leggermente. Infornate nel forno già caldo (180°) per 15 minuti al massimo. Fate raffreddare bene, si conservano nei contenitori ermetici per qualche giorno. Ma scommetiamo che dureranno poco, molto poco.

martedì 13 marzo 2012

Biscotti salati alle erbe e formaggio

Molto molto semplice l'esecuzione di questa ricetta che non lascia scontento nessuno, anzi in genere ci si strafoga, soprattutto se portate in tavola i biscotti come aperitivo o come antipasto. 
Ingredienti per una ventina di biscotti:
120 g di farina bianca 00
100 g di burro freddo
100 g di emmental (o formaggi simili)
5 cucchiai di parmigiano grattugiato (oppure pecorino stagionato, per una versione più strong)
2 cucchiai di erbe essiccate miste (origano, rosmarino, erba cipollina, basilico, prezzemolo)
sale e pepe

Lavorate velocemente tutti gli ingredienti, prima in una ciotola e poi sulla spianatoia. Date all'impasto ben amalgamato la forma di un cilindro del diametro di 4 cm circa, avvolgetelo nella pellicola e lasciatelo riposare in frigo per 30/40 minuti. Tagliate fette spesse circa 1 cm e adagiatele su una teglia ricoperta di carta forno. Infornate a 160° per 15 minuti, facendo dorare leggermente i bordi. Fateli raffreddare bene prima di ortarli in tavola.